AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO Prof. Giuseppe Conte
AL MINISTRO DELL’ECONOMIA e FINANZE Prof. Roberto Gualtieri

PREMESSE

Ieri (era il 26 maggio 2012) ho avuto una intuizione, forse troppo semplice per ritenerla inedita e riservata e ritengo impossibile che altri non l’abbiano già avuta. Non escludo che possa essere inapplicabile e, comunque, riflettendo sul fatto che molte grandi scoperte sono nate per caso e scaturite da semplicissimi ragionamenti, mi permetto di prospettarla e gradirei che mi si desse una spiegazione soprattutto nel caso tale mia intuizione la si ritenesse inapplicabile.

Si tratta degli EUROBOND. Tutti dicono (tutti dicevano, tranne i soliti Paesi del Nord Europa) che servono, che ad essi si arriverà ma non presto a causa, giustamente, delle resistenze della Germania (ed altri) che avrebbe da perderci, e non poco.  Non voglio ripetere come tanti che la Germania ha lucrato sull’euro e che oggi potrebbe fare qualche sacrificio per gli altri (e per sé stessa se si tiene conto che un impoverimento degli altri ridurrebbe le cospicue esportazioni della stessa Germania).  No, gli altri (cioè i Paesi europei della zona euro) non devono chiedere elemosine! Devono essere più virtuosi e devono essere aiutati con meccanismi che, nel contempo, risarciscano anche la Germania e chiunque ci rimetta qualora si emettessero, da subito, gli eurobond!

Questa è la mia idea.  Si consideri che sono 17 i Paesi (ricordiamoci che era sempre il 2012) con moneta euro e che tra questi, per semplificare e tenendo conto dei dati che non ho potuto reperire, se ne possono accorpare 6 che in termini di debito pubblico raggiungono appena la cifra complessiva di circa il 10% sul totale del debito della zona euro. La situazione è illustrata dalla tabella che è riportata in Allegato.

Con la emissione degli eurobond (anche a scadenza decennale) si potrà ritenere che i mercati accetterebbero ben volentieri un tasso massimo del 2,50% data la garanzia che essi offrono (contro il 5-6% attuale per l’Italia).  Occorrerà quindi trovare il modo di risarcire almeno il 2,00% alla Germania e tassi minori agli altri Paesi euro cosiddetti virtuosi.  In altre parole se nel corso di un anno si emettessero tanti eurobond quanti ne siano sufficienti per il fabbisogno dell’intera area euro, e quindi a favore di tutti i Paesi interessati, ciascuno per la sua quota, e se ogni Paese meno virtuoso versasse “ un quantum” a quelli più virtuosi, ne deriverebbe che il risarcimento sarebbe completo applicando una piccola percentuale alla grande massa di tutti gli eurobond emessi in un anno.

Risultato: emissione immediata degli eurobond, nessuno dei “grandi” ci rimette e i “poverelli” ne guadagnano in termini di fiducia ristabilita e di tasso basso non superiore al 2,50% annuo (per l’Italia è quasi la metà di ciò che paga attualmente!).

Li 27maggio 2012

Ing. Arch. Ugo Rendine

FARE ATTENZIONE ALLA DATA (i Paesi dell’eurogruppo erano 17; dal 1° gennaio 2014 entrò la    Lettonia e dal 1° gennaio 2015 entrò la Lituania)

ALLEGATO (sempre riferito all’anno 2012)

Si allega il seguente Calcolo approssimato a giustificazione del “Teorema” sopra riportato.

Facciamo un discorso molto semplicistico che, benché approssimativo per quanto concerne i dati, non influisce sull’idea di fondo che si vuole trasmettere e che, in caso fosse valido, si potrebbe affinare facendo i conti più precisi.

Teniamo presente la seguente Tabella Dati:

STATI + SIGNIFICATIVI (11 su 17 escluso Cipro, Slovenia, Slovacchia, Estonia, Malta, Lussemburgo) SPREAD (Punti base in ordine crescente al 18/05/2012) DEBITO PUBBLICO AREA EURO (a fine 2011 in miliardi di euro) DEBITO PUBBLICO PAESI MINORI AREA EURO (a fine 2011 in miliardi di euro)
GERMANIA 2089
OLANDA 22 389
FINLANDIA 32 89
BELGIO 90 362
AUSTRIA 105 214
FRANCIA 142 1688
SPAGNA 398 706
ITALIA 436 1883
IRLANDA 582 162
PORTOGALLO 796 190
GRECIA 2654 347
LUSSEMBURGO Dati non reperiti 8 8
ESTONIA Dati non reperiti 951 951
SLOVENIA Dati non reperiti 16 16
SLOVACCHIA Dati non reperiti 29 29
CIPRO Dati non reperiti 12 12
MALTA Dati non reperiti 5 5
TOTALI 9140 1021

Ammettiamo (esagerando per i tempi di allora) che in un anno vengano emessi tutti i titoli (corrispondenti) alla intera area euro e cioè 9.140 Miliardi di euro, che tale emissione sia al tasso annuo del 2,50% e che la Germania ci perda, rispetto ad oggi, il 2,00% di 2.089 = 0,020 x 2.089 = 41,78 mld di euro, l’Olanda ci perda 0,010 x 389 = 3,89 mld di euro, la Finlandia ci perda 0,008 x 89 = 0,712 mld di euro, il Belgio ci perda lo 0,005 x 362 = 1,81 mld di euro, l’Austria ci perda lo 0,004 x 214 = 0,856 di euro, la Francia (? Forse, allora, non ci perdeva niente).

Per azzerare queste perdite, tutti gli altri Stati (quelli poverelli) se ne dovranno fare carico in proporzione al loro spread attuale ed al loro debito pubblico attuale. Essendo la perdita complessiva (41,78+3,89+0,712+1,81+0,856) = 49,08 mld di euro, a tale perdita si dovrà fare fronte nel seguente modo:

la Francia (?) = mld  0,00
la Spagna in proporzione al risparmio di 0.020 x 706 = mld 14,12
l’Italia “          “             “       “        “ 0,025 x 1883 = mld 47,07
l’Irlanda “          “             “       “        “ 0,040 x 162 = mld   6,48
il Portogallo “          “             “       “        “ 0,055 x 190 = mld 10,45
la Grecia “          “             “       “        “ 0,100 x 347 = mld 34,70
gli altri “          “             “       “        “ 0,040 x 1021 = mld 40,84
TOTALE € MLD 153,66

il fattore di riduzione da mld 153,66 mld 49,08 sarà uguale a 0,319.

In definitiva: (una delle soluzioni di compromesso oggi applicabili per rimuovere gli ostacoli)

la Francia (?) risarcirà = mld  0,00
la Spagna in proporzione al risparmio di 0.020 x 706 = mld 14,12 risarcirà

0,319×14,12= 4,50 mld

l’Italia “          “             “       “        “     “  0,025 x 1883 = mld 47,07 risarcirà

0,319×47,07=15,02 mld

l’Irlanda “          “             “       “        “     “  0,040 x 162 = mld 6,48 risarcirà

0,319x 6,48 = 2,06 mld

il Portogallo “          “             “       “        “     “  0,055 x 190 = mld 10,45 risarcirà

0,319×10,45= 3,34 mld

la Grecia “          “             “       “        “     “  0,100 x 347 = mld 34,70 risarcirà

0,319×34,70=11,08 mld

gli altri “          “             “       “        “     “  0,040 x 1021 = mld 40,84 risarciranno

0,319×40,84=13,03 mld

TOTALE RISARCIMENTI

49,08 MLD

Caso Italia

Se l’Italia, di allora, su un debito, a fine 2011 di 1883 mld ed ora di 1946 mld, è afflitta da una spesa annua per interessi di circa 90 mld pari a 90/1946 = 4,63% di tasso annuo, con il meccanismo illustrato risparmierebbe circa 47 mld di euro e ne dovrebbe restituire (ai Paesi virtuosi) 15 mld;

 avrebbe quindi una spesa per interessi del

(90 – (47-15))/1946 = 2,98%.

NOTA: La spesa potrebbe essere anche minore se la Francia dovesse anch’essa risarcire una qualche somma essendo borderline tra Paesi virtuosi e non.

Ing. Arch. Ugo Rendine

340 762 78 62 – ugorendine@gmail.com

A sostegno di quanto precede si veda anche il mio video risalente al 2012.

AGGIORNAMENTI DOPO L’INVASIONE DEL CORONAVIRUS

Tenendo presenti le considerazioni precedenti si dovrà tenere conto che allora (cioè nel 2012):

  • Si trattò di una crisi economico-finanziaria non di poco conto ma certamente non grave come quella attuale e dei tempi a venire
  • Che le misure da prendere allora erano praticamente finalizzate a ridurre gli effetti negativi dello spread che cresceva a dismisura
  • Che parlare allora di Eurobond non era cosa matura quanto parlarne oggi ed, infatti, con il Governo Monti la crisi fu risolta diversamente,

mentre oggi (anno 2020):

  1. Superare la crisi è una questione di sopravvivenza
  2. Le misure da prendere oggi son enormemente più grandi di allora
  3. Parlare oggi di Eurobond (malgrado alcune resistenze) è cosa all’odg e ad un passo dall’adozione (pur se non scontata).

CONCLUSIONI:

Se si fa un confronto tra le risorse da reperire, postulate allora, nel 2012  e pari ad € 9.140 miliardi, e quelle oggi necessarie e pari a € ……????!!! si può intuire quanto sia urgente il problema e quanto potrebbe giovare, al momento, anche una soluzione di compromesso (magari limata al ribasso) del tipo soprariportato.

Li 13/04/2020

Ugo Rendine

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