Risposta alla Lettera – Volantino del Sig. Domenico Occhionero attuale Pres. SCAGM

Approfitto del fatto che, mi è pervenuta, non direttamente ma da parte di un Socio della SCAGM, una lettera-volantino del Sig. Domenico Occhionero (attuale Presidente della SCAGM) indirizzata a tutti i Soci, che riporto in formato PDF (clicca qui per visualizzare la lettera) e per la quale mi corre l’obbligo di risposta.

PRIMA FALSITÀ “Il Piatto Apparecchiato”.
Che centra e vai a capire poi, con il clima che si era creato, se è vero o no e se c’erano o no tre quintali di pasta maleodorante e chi l’aveva messa, io ne sento parlare solo adesso e non mi risulta se ne sia parlato allora nel 2007, comunque del “Piatto Apparecchiato” io ne parlo nel mio Libro e mi riferisco a tutto ciò che era stato realizzato dalla Fondazione della SCAGM e da chi (non ci mise, certamente, un capello il Sig. Occhionero che fu Consigliere per il primo anno dalla Fondazione (1975-1976) e poi sparì dai radar per 30 anni).

SECONDA FALSITÀ “Regolamento Assopigliatutto”.
Questa vicenda è spiegata “per filo e per segno” nel Libro, a cui rimando, e fu conseguenza dei legami in Affari messi a nudo nel libro stesso.

TERZA FALSITÀ “Purghe Staliniane”.
Quanta faccia tosta e quante bugie per giustificare quest’altro “scempio della ragione!” Perché non dire che le due purghe del 10/02/2010 e 14/02/2010, riguardanti oltre 50 Soci, furono effettuate soltanto a distanza di tre mesi dalle elezioni del nuovo C. di A. del Maggio successivo, che tra gli sfrattati c’ero anch’io (che poco o niente avevo fatto per le Cooperative fino ad allora!) che feci ricorso in Tribunale e fui reintegrato (stessa cosa sarebbe avvenuta per gli altri Soci se avessero fatto altrettanto superando il discorso sulle spese legali da affrontare), che lo sfratto fu eseguito all’improvviso senza ascoltare prima le ragioni degli sfrattati e che tutto fu eseguito, diciamo la verità, per non fare votare l’80% degli sfrattati che erano miei sostenitori!

QUARTA FALSITÀ “Appalti”.
Anche su questo aspetto il mio è “un libro aperto e documentato” ed è inutile spendere
altre parole. Mi fa specie che il Sig. Occhionero confonda le figure del Presidente della SCAGM e del Progettista e Direttore Lavori di un’opera per la SCAGM (che non sono affatto figure in contrasto) con il Geom. Pasqualino Rossi oppure il Geom. Andrea Del Figliuolo che sono stati i Progettisti e i Direttori di opere a favore della SCAGM e, allo stesso tempo, i legali rappresentanti delle Ditte esecutrici dei lavori! (durante i lavori quali interessi avranno fatto? Quelli della loro Ditta o quelli della Committente SCAGM che li aveva incaricati per il controllo?).

Finale con I fuochi di artificio del nostro Occhionero quando chiude la sua lettera con la questione del mutuo di € 400.000 ottenuto nel 2005 per il quale nulla sarebbe valso l’averlo ottenuto e tutto il merito sarebbe condensato nell’averlo speso e, ormai, quasi del tutto pagato! Mi meraviglio del fatto che il “nostro” abbia lavorato in banca per una vita! Dimentica che il sottoscritto nel 2004 fu chiamato dall’allora cassiere della SCAGM Pietro Pirro perché rientrasse a fare il Presidente in quanto si stava andando verso il fallimento e che nessuna banca da anni faceva più credito alla SCAGM, dimentica che senza quel mutuo dal 2005 il fallimento sarebbe avvenuto poiché c’erano 800 milioni di vecchie lire di debiti da pagare, tace pure sapendo che grazie a quel mutuo fu estinto un mutuo contratto precedentemente con il Centro Banca (indicato dalla Regione Lazio la quale contribuiva anche a pagare gran parte delle quote interessi) e che con l’estinzione di quest’ultimo mutuo si recuperò, semester dopo semester, un rimborso di 17 semestralità di quote interessi da €/cadauno 5.388 per una somma complessiva di € 91.596, tace il “nostro” nascondendo il fatto che il C. di A. di allora accolse all’unanimità la concessione del mutuo perché c’erano le condizioni obiettive per pagare le rate anche in forza di quest’ultimo recupero e in forza delle entrate provenienti, soprattutto, dagli affitti riscossi dai gestori di telefonia mobile che avevano installato le loro antenne sul serbatoio pensile (anche questo realizzato dal C. di A. a conduzione Rendine nel 1993!).

Si tenga conto, infine, che senza questo serbatoio, tuttora, la SCAGM non andrebbe avanti poiché, mancando gli affitti suddetti, per quadrare i conti dovrebbe fare molire a non meno di 20 euro al quintale (cosa impossibile, tra l’altro, poiché nessuno verrebbe a molire a questo prezzo e la SCAGM fallirebbe subito!).
Tenga infine conto il “nostro” che senza quel mutuo non avrebbe potuto fare i lavori di manutenzione straordinaria del Complesso Sociale e altri decantati “APPALTI”.

CONCLUSIONI (ragionare, guardare avanti e non raccogliere le provocazioni)
Quali sono le soluzioni per la sopravvivenza delle due Cooperative, considerando l’avanzato stato di età dei componenti degli attuali Consigli di Amministrazione:
1) Non tirare alle lunghe e pensare allo sviluppo senza sfasciare niente (nessuno deve volere questo! A mettere in piedi le Cooperative c’è voluto molto, a demolirle occorre pochissimo!)
2) Cambiare gradatamente, ma anche velocemente, lo stato attuale degli Organi Amministrativi e fare un Bando Pubblico per aprire le porte a giovani Laureati e Diplomati in Agraria perché si attui un programma decennale di sviluppo del tipo da me proposto al C. di A. il 20/01/2010 e che, come allora, fornisco gratis a SCAGM e SACACoop; pensare sempre alla grande e poi fare il passo secondo la gamba, mai partire da poco e simulare quei Soci della SCAGM che nel 1976 volevano fare il frantoio nell’ex mattatoio di Montecelio!!!
3) Ricominciare con la Lotta Fitosanitaria condotta per tutti i Soci (SCAGM e SACA) dalla Cooperativa SCAGM e molire in massa le olive facendo ogni sforzo al riguardo per potere, finalmente, arrivare alla commercializzazione dell’olio.
4) Sperimentare un nuovo tipo di coltura delle olive “a spalliera”, pensare anche oltre gli ulivi come ad esempio alla “Agricoltura verticale idroponica” da esercitare all’interno dei tanti capannoni industriali abbandonati ed esistenti nel nostro Comune, alcuni dei quali in vicinanza dei Mercati Generali nella Tenuta del Cavaliere ecc…
Si potrebbe continuare con tante altre proposte …

RIFLESSIONE:
A qualche lettore, che non fosse né Socio SCAGM né Socio SACACoop, verrà senz’altro da chiedersi perché interessarsi dei problemi delle due Cooperative di cui sopra.
La risposta è semplice: la SCAGM conta oltre 200 Soci ed è proprietaria del Complesso Sociale in località Casette di estensione mq 8.000 e valore superiore a 2 milioni di euro, da ospitalità alla SACACoop per la rivendita dei prodotti per l’agricoltura, ha un frantoio sociale di potenzialità molitoria ragguardevole, dispone di una ulteriore area limitrofa di 10 ettari, ottenuta in affitto simbolico dal Comune, dove ha impiantato 1.000 piante di uliveto sperimentale di 4 ettari e, quindi, dispone di ulteriori 6 ettari per condurvi altre iniziative per altre colture; la SACACoop conta più di 1.500 Soci ed ha una capacità di movimento merci (se gestita bene) di oltre un milione di euro.
Da quanto sopra e dal fatto che oltre il 90% dei Soci sono cittadini di Guidonia Montecelio
ne deriva che entrambe le Cooperative rappresentano una realtà importante per l’economia del nostro Territorio e, se fossero gestite più oculatamente puntando a traguardi ambiziosi, avrebbero effetti positivi sull’intera Comunità. 

Ugo Rendine


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