REPORT  N° 1

La  S.C.A.G.M.  e  la  S.A.C.A.Coop:  due Cooperative che stanno sbandando e che insieme salveremo.

Prime utili informazioni

Si sappia innanzitutto che personalmente e per 2 volte sono stato espulso dal C. di A. (Consiglio di Amministrazione) della S.C.A.G.M. e della S.A.C.A.Coop. una prima volta, circa un decennio fa, e fui poi riammesso dalla prima Cooperativa  con sentenza del Tribunale di Tivoli a mio favore e dalla seconda per riammissione diretta dello stesso C. di A.; attualmente, cioè nell’ultimo biennio, sono stato di nuovo espulso con le stesse sciocche motivazioni del tipo “provoco dissidi tra i Soci e non faccio spesa alla S.A.C.A.Coop  o non molisco al frantoio della S.C.A.G.M.

Queste ultime motivazioni non sono affatto vere e, se lo fossero e venissero sistematicamente applicate, dovrebbero essere espulsi almeno 1.000 Soci su un totale di 1.700 di cui si compongono le 2 Cooperative!!! Immaginiamo come si ridurrebbero entrambe !!!

Andiamo alle grosse magagne in cui ora sguazzano le 2 Cooperative.

A) S.A.C.A.Coop (è quella che sguazza di più; maggiore responsabile di ciò, come è ovvio, è il suo Presidente Pietro Pirro).

  1. La S.A.C.A. Coop conta circa 1.500 Soci, ha un C. di A. di 3 Consiglieri che sono da tempo immemorabile sempre gli stessi (potrebbe avere da 3 a 5 Consiglieri secondo lo Statuto), e non è di fatto, e non lo è mai stata da quando è stata affidata all’attuale Presidente e Gestore del Punto Vendite, una “Cooperativa” ma una “Bottega a conduzione familiare”; ciò si poteva tollerare per i primi 5 anni di avvio ma non è stato più possibile ammetterlo e tollerarlo dopo tutti i successivi solleciti a cambiare da parte mia e altri e sistematicamente non considerati;
  2. Per essere una Cooperativa dovrebbe rispettare il Principio della MUTUALITA’ PREVALENTE e cioè bisognerebbe dimostrare che ogni anno la parte dei Clienti, che sono anche Soci, devono avere acquistato merce per almeno un centesimo di euro in più rispetto ai Clienti non Soci e solo in tal caso la Cooperativa pagherà le tasse risparmiando circa il 30% rispetto ad una Bottega qualsiasi; la S.A.C.A.Coop ha sempre scritto in Bilancio che la Mutualità Prevalente è rispettata pur non potendo  mai dimostrare  che ciò è vero poiché non è dotata di alcun tipo di informatizzazione della sua attività (cioè non ha alcun computer dedicato al riguardo, non ha apparecchi per rilasciare” Scontrini parlanti” che riportino e registrino ad ogni incasso chi è il cliente che ha fatto la spesa, se costui è Socio o non Socio della Cooperativa, quale merce ha comprato ecc. come in un normale Centro Commerciale); non potendo dimostrare la Mutualità Prevalente la  S.A.C.A.Coop è semplicemente un evasore fiscale e non si può definire una Cooperativa.
  3. Una Cooperativa vera dovrebbe anche rispettare i Principi dettati dalla COSTITUZIONE ITALIANA che all’art. 45 prevede per essa la caratteristica della MUTUALITA’ SENZA FINI DI SPECULAZIONE PRIVATA (cioè è come dire semplicemente che non deve essere una Bottega privata!) e dalla ALLEANZA INTERNAZIONALE COOPERATIVA che definisce una Cooperativa come IMPRESA DI PROPRIETA’ COMUNE DEMOCRATICAMENTE CONTROLLATA (cioè non è ammissibile che una Cooperativa abbia un Regolamento Interno che prevede una votazione per liste per il Rinnovo delle Cariche sociali per cui la lista che prende un solo voto in più rispetto alle altre, con la Regola dell’ASSOPIGLIATUTTO, si prende tutti i Membri del Consiglio di Amministrazione! Così è per la SACACoop e, purtroppo, anche per la SCAGM che ha un regolamento analogo, e lo sono alla  faccia della Democrazia Controllata che dovrebbe salvaguardare le minoranze, piccole o grandi che siano).
  4. I PREZZI delle merci in vendita sono spesso più alti che altrove e per una Cooperativa questo è un peccato mortale ed io sarei uno che semina dissidi perché me ne informo e faccio richiami da 30 anni su tale punto.
  5. I PREZZI delle merci non sono indicati con appositi cartellini e anche questo è fuori legge ed inoltre ad alcuni Soci si fa pagare meno che ad altri ed anche questo, specie per una Cooperativa, è un altro peccato mortale.
  6. L’accoglienza riservata ai Soci da parte di un certo Fabio “Capo dei Commessi addetti alle vendite” è spesse volte intollerabile quando costoro protestano sui prezzi troppo alti e ne conseguono, da parte del Capo, parolacce e altre imprecazioni, dimenticando costui che non è il padrone del treno ma un dipendente della Cooperativa e quindi un dipendente di tutti i Soci verso i quali  deve avere rispetto.
  7. Per circa 10 anni la SACA ha venduto prodotti di genere alimentare senza alcuna licenza comunale e senza alcuna resocontazione.
  8. Senza informatizzazione dell’attività svolta e con scontrini muti emessi c’è il forte “buco nero” della impossibilità di fare il punto della situazione gestionale in qualunque giorno dell’anno e a fine anno per compilare il Bilancio e ciò non permette, tra l’altro, alcun controllo da parte del C. di A. della Cooperativa sul Gestore del Punto Vendite (queste due figure di CONTROLLORE, cioè C. di A., e di CONTROLLATO,  cioè GESTORE, devono essere separate e non sovrapposte ed inoltre il C. di A. non deve contenere tra i suoi membri alcun parente, o amico in affari, del CONTROLLATO).
  9. Per opportuna conoscenza si ricorda, infine, che dalla S.A.C.A.Coop (o precisando meglio “dall’attività legata al Punto Vendite”) ricevono i dovuti compensi il Presidente della Cooperativa, nella sua doppia veste di Presidente e di Gestore del Punto Vendite, la moglie del Presidente che è Segretaria della Cooperativa, un figlio del Presidente che è il capo dei Commessi, un nipote del Presidente che fa il Commesso ed un altro paio di Commessi di fiducia del Presidente.

FACENDO LE COSE PER BENE:

A) Ci sarebbe Rispetto delle Regole (che è cosa di prima necessità)
B) Non ci sarebbero Rischi Fiscali
C) I Soci aumenterebbero, il volume delle vendite crescerebbe, il numero dei commessi addetti alle vendite aumenterebbero, i prezzi diminuirebbero e sarebbero uguali per tutti
D) Si potranno emettere dei Bonus Spesa a favore dei Soci (fornendoli di tesserini magnetici che registrerebbero quanto spendono nel corso di un anno e gli scontrini sarebbero parlanti)
E) Eventuali Benefit elargiti dai fornitori delle merci comprate all’ingrosso dalla Cooperativa durante l’anno, potrebbero essere reimpiegati con trasparenza per vari scopi a seguito di specifiche deliberazioni del di A. che è il solo Organo titolato per amministrare.

B) S.C.A.G.M. (è quella che sembra sguazzi di meno; maggiore responsabile di ciò, come è ovvio, è il suo Presidente Domenico Occhionero).

  1. La S.C.A.G.M. è la Cooperativa Madre, fu fondata nel 1975, conta circa 200 Soci, è proprietaria di tutto il COMPLESSO SOCIALE e perciò dovrebbe essere l’Organo Trainante anche della S.A.C.A.Coop la quale sta in affitto dentro il Complesso Sociale ed è figlioccia della suddetta Madre che ne patrocinò la fondazione nel 1984.
  2. Può avere un di C. di A. di 11 Consiglieri (ora ne ha 10 e tutti hanno una età media di circa 80 anni) e deve assolutamente rinnovarsi con giovani volenterosi e dotati di Spirito di Impresa (bene se comprendesse Laureati e/o Diplomati in Scienze Agrarie).
  3. Da tempo la S.C.A.G.M. dorme e vive di rendita e questo che segue è il perché “per maggiori dettagli rimando al mio libro UNA VITA, LA MIA TERRA (brava gente e …) formato integrale, oppure al formato ridotto ESTRATTO STORIA SCAGM e SACA”:

Questa Cooperativa, alla quale nessuna banca concedeva altri prestiti se non dietro garanzia personale di tutti gli 11 Consiglieri di Amministrazione, nel 2004 era sull’orlo del fallimento, con 800 milioni di vecchie lire fatto di debiti accumulati dai vari C. di A. che si erano susseguiti dal 1993 (cioè dalla data delle dimissioni e del Testamento del vecchio e glorioso C. di A. storico che l’aveva governata per ben 18 anni dalla fondazione del 1975, essendo quasi sempre Presidente un certo Ugo Rendine, ed avendo costruito tutti gli immobili che oggi esistono dentro il COMPLESSO SOCIALE, compreso il Serbatoio pensile, e compreso l’Uliveto di 1.000 piante posto all’esterno) e cioè, per meglio specificare, fino all’ottobre 2004 quando quel certo Ugo Rendine venne implorato perché tornasse a fare il Presidente e Salvatore della fallimentare S.C.A.G.M. da un certo Pietro Pirro, all’epoca già Presidente pluriennale della S.A.C.A.Coop e anche Cassiere pluriennale della S.C.A.G.M. (e perciò non poco partecipe delle sfortune di questa Cooperativa); quel certo Ugo Rendine, per amore di quella sua vecchia creatura che era in punto di morte (e che avrebbe trascinato alla morte anche la sua figlioccia) accettò la sfida (vedere Verbale del C. di A. della S.C.A.G.M. del 20/10/2004 riportato da pag. 252 a pag. 254 del solito mio libro in formato integrale già sopra menzionato oppure vedere da fine pag. 65 a inizio pag. 67 dell’ESTRATTO STORIA SCAGM e SACA che telefonandomi sarà da me regalato in formato digitale); per farla breve nella seduta del 08/03/2005 il C. di A. prende atto che il frutto della accettazione dell’incarico di Presidente aveva prodotto, a distanza di soli 5 mesi, la concessione di un mutuo quindicennale di 400.000 euro da parte della BPA (Banca Popolare di Ancona), tasso annuo 3,50%, rate semestrali, ipoteca di secondo grado sugli immobili di proprietà della Cooperativa che annullò la necessità di fornire alla banca garanzie personali degli Amministratori; a tale somma si poté poi sommare la disponibilità di un’altra somma di euro 5.388 per ognuna delle 17 semestralità che furono rimborsate dalla Regione Lazio a seguito dell’estinzione di un mutuo in corso che la S.C.A.G.M. aveva ottenuto dal CENTRO BANCA e del quale la Regione Lazio concesse un aiuto sugli interessi;  a tal punto non posso che esprimere un’altra Nota di Orgoglio personale: dal 15/10/2004 all’8/03/2005, cioè dopo 5 mesi dal mio “richiamo in servizio” la SCAGM era salva e non correva più rischi di fallimento anche se di cose da mettere a posto ve ne erano ancora molte come vedremo appresso.

Ebbene sì, riprendendo il discorso del sonno della S.C.A.G.M. e perché ora e da tempo vive di rendita (e di conseguenza fa poco o niente per il futuro), si possono fare le seguenti considerazioni:

  1. Si può incominciare con il dire che, per quanto sopra riportato, cioè con gli incassi del mutuo di 400.000 euro e di 5.388 euro/semestre per 17 semestralità pagate dalla Regione, e quindi con l’entrata complessiva di quasi 500.000 euro dovuta pure ai recuperi delle morosità da parte di molti inquilini cui erano stati da tempo affittati alcuni immobili di proprietà della S.C.A.G.M, si poterono pagare tutti i debiti in atto ed avanzarono anche le somme per le necessarie manutenzioni dei fabbricati già costruiti 25 anni prima;
  2. Inoltre, tenendo conto che il Serbatoio pensile costruito nel 1993 dallo storico e glorioso di A. della S.C.A.G.M. prima del richiamato Testamento, era stato nel frattempo affittato a 4 Società di telefonia mobile che vi avevano installato le loro antenne sulla sommità e che corrispondevano un canone complessivo di circa 90.000 euro/anno, ciò ha comportato la disponibilità di pagare senza fatica le rate semestrali del mutuo per 15 anni (ora ed ormai trascorsi) e di colmare le perdite (sempre presenti) della molitura delle olive (senza tali entrate la S.C.A.G.M. avrebbe dovuto alzare il prezzo delle moliture ad oltre 20 euro/ql e con il tempo avrebbe dovuto dare forfait).

Quanto sopra riportato è la pura verità !! ma tale fatto non giustifica il sonno della S.C.A.G.M.!!  

La verità secondo cui, ora, la Cooperativa è in piedi è perché la tengono in piedi le antenne site nella sommità del Serbatoio pensile (ereditato dai lungimiranti Amministratori pre-1993)  ma ciò non deve indurre al sonno poiché le antenne potrebbero essere smontate da chi le ha installate per andare altrove (lo decidono gli altri) e in tal caso tutto si complicherà anche se gli Amministratori attuali, quasi tutti in sella dal 2007 ad oggi, (ed ora di età media 80 anni) se ne dovranno andare e non pagheranno pegno per la loro vista corta (un momento, riflettiamo, non tutti hanno avuto la vista corta, c’è anzi il Sig. Presidente e Direttore del frantoio  che dal 2007 ha trovato la tavola apparecchiata, prende una bella paghetta, ha sistemato una sua nipote come Segretaria della Cooperativa con contratto a tempo indeterminato, vive in simbiosi con il Presidente della S.A.C.A.Coop e con la famiglia del quale e la propria, così mi hanno informato, trascorre le ferie estive e quindi …. finché dura! non credo si ponga problemi di vista corta!).

Torniamo a chi la vista la conserva lunga per gli altri e non per se stesso, suo malgrado, non possedendo neuroni adatti al finché dura!

Presentai, a cavallo degli anni 2009/2010, e l’ho distribuito ai Soci in una apposita Assemblea e successivamente al C. di A. della S.C.A.G.M., un “PIANO DI SVILUPPO DECENNALE” che riguardava sia la S.C.A.G.M. che la S.A.C.A.Coop e che prevedeva, se realizzato, la creazione di 15 nuovi posti di lavoro; questo Piano l’ho riconsiderato e rivisto nel dicembre 2021 (pochi mesi fa) e l’ho inviato, sottoforma di file PDF, ad un sacco di Soci delle 2 Cooperative servendomi del programma Messenger (su Facebook) e WhatsApp (sul telefonino) e se qualcuno non lo ha ricevuto datemi i vostri numeri di cellulare e ve lo manderò, sempre sottoforma di file, così lo potrete leggere sul telefonino, lo potete inviare e leggerlo su un Tablet o su un PC con più comodità e vi potrò mandare anche altri files dandovi notizia di ciò che accade nelle 2 Cooperative.
Non essendo io presente nel Punto Vendite o, in tempo  di molitura, al frantoio, non vi farò il lavaggio del cervello (come fanno gli Amministratori attuali e loro complici quando capitano loro i Soci da fermare e da imbottirli di bugie) né posso ribattere essendo assente quando vi sciorinano mucchi di fuffa, ma saprete comunque la verità con tanto di documentazioni che vi invierò.

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CONCLUSIONI REPORT N° 1 

Tanto sopra e molto altro è forse la giusta ricompensa che mi spetta per avere speso 30 anni della mia vita per realizzare e salvaguardare entrambe le Cooperative? (leggete l’ESTRATTO STORIA SCAGM e SACA e vi renderete conto).

Se avrete poi voglia di conoscere la verità e di salvare le 2 Cooperative, oggi in pericolo, che ora contano in totale circa 1.700 Soci e sono quindi una realtà territoriale che sarà bene conservare e non disperdere facendo un torto ai Soci attuali, a quelli che nel frattempo si vorranno iscrivere e ai posteri se le troveranno vive: teniamoci in contatto e le risolleveremo con certezza!
Spero mi sia concessa una vita ancora sufficiente, non certo per fare di nuovo il Presidente della S.C.A.G.M. perché anch’io non più l’età, ma per vedere Amministratori giovani, preparati, motivati e onesti all’interno dei C. di A. di entrambe le Cooperative, che siano di vedute ampie e al passo con i tempi, coadiuvati da altri Amministratori di età superiore dotati di esperienza e saggezza che diano loro consigli utili.  AMEN.

Ugo Rendine


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